Secondo quanto afferma un’ultima ricerca, il numero delle utenze telefoniche avrebbe superato di gran lunga il numero complessivo degli abitanti del pianeta: 7,2 miliardi di telefonini contro i 7 miliardi di individui che costituiscono la popolazione mondiale.
Stando a quanto dichiara uno studio rilasciato da Ericsson nei giorni scorsi, intitolato “Gli italiani e la società connessa” e condotto insieme all’università Luiss Guido Carli, le novità non finiscono qui. L’analisi evidenzia ad esempio come gli italiani abbiano grande fiducia nella tecnologia e nella società digitalizzata, con i servizi pubblici (31%), istruzione (29%) e sanità (27%), vengono individuato come i settori che potrebbero farsi protagonisti di un balzo in avanti in termini di innovazione.
Ad ogni modo, tornando al principale dato del nostro odierno approfondimento, difficilmente l’elemento è smentibile, visto e considerato che basta farsi un giro rapido presso i propri amici e conoscenti per rendersi conto che non sono poche le persone che (anche senza motivi professionali) spesso hanno due o tre cellulari.
Oltre all’aspetto quantitativo, risulta essere di grande interesse e rilievo l’analisi qualitativa, visto e considerato che oramai gli smartphone sono i protagonisti assoluti delle nostre giornate, garantendosi un posto prioritario dal momento del risveglio a quello della dormita. Cresce dunque il numero di volte di controllo dello smartphone, il numero di interazioni, e tanto (troppo?) altro ancora.
Naturalmente, il dato di cui sopra – essendo un’eccessiva sintesi – non può che nascondere alcune disparità. Ad esempio, lo stesso studio che citavamo in anteprima ricorda come l’anno prossimo solamente una persona su due avrà uno smartphone. A conferma che, in fondo, il digital divide è ben presente e difficilmente in grado di essere abbattuta nel breve o brevissimo termine…

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